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LASSME NEN STÉ: la lingua piemontese, il lavoro, i diritti e l’altrove

“LASSME NEN STÉ: la lingua piemontese, il lavoro, i diritti e l’altrove” è un ponte culturale fra TORINO e ALBUGNANO, che fa leva su un originale recupero della lingua piemontese per generare confronto e “sguardi larghi” fra artisti, pensatori e cittadini.

CALENDARIO

Dal 9 al 18 dicembre 2022, BIBLIOTECA LIVIO SARBORARIA-GIUSEPPINA GIACHINO, Albugnano (Via Municipale):

• venerdì 9, giovedì 15 e venerdì 16, dalle h 18.30 | sabato 17, dalle h 11.00: Atelier canoro “Il canto del bue Dike” con abitanti di Albugnano e non solo, condotto da Lisa Tatin (cantante lirica e formatrice) con la collaborazione di Beppe Turletti (partecipazione gratuita, info e prenotazioni: https://tinyurl.com/buedike)
• 18 dicembre 2022, h 21.00: “Il canto del bue Dìke”, esito pubblico dell’atelier omonimo

Dal 12 al 14 dicembre 2022, all’UNIONE CULTURALE FRANCO ANTONICELLI di Torino (Via Cesare Battisti 4b):

12 dicembre 2022
L’anciuvé suta prucess, laboratorio di creazione e di lettura intuitiva in piemontese (partecipazione gratuita, info e prenotazioni: https://tinyurl.com/laborpiem)
• dalle h 10.00: per studentesse e studenti
• dalle h 21.00: per la cittadinanza
a cura di Marco Gobetti e Lorenzo Ferrarotti
Ai partecipanti sono forniti copioni de Di come precipita il doppio di un migrante ovvero L’anciuvé suta prucess con grafia semplificata delle parti in lingua piemontese.

13 dicembre 2022
Dalle h 17.00: ragionamenti pubblici, coordina Claudio Panella
• “Il teatro civile in lingua piemontese: esempi di copioni del passato che parlano al presente”, interviene Alfonso Cipolla
• “L’esperienza del migrare: pensieri a partire dal volume Dalla fame al paradiso (Fusta, 2022)” di Maryse Vuillemet, interviene la traduttrice Silvia Nugara
• “Il bracciantato africano nel Saluzzese”, interviene Benedetta Schiavone
h 21.00: monologo “Di come precipita il doppio di un migrante ovvero L’anciuvé suta prucess” di e con Marco Gobetti

14 dicembre 2022
Dalle h 17.00: Ragionamenti pubblici, coordina Marco Gobetti
• “Società, teatro e impresa”, interviene Filippo Fonsatti
• “La funzione sociale, i diritti e il lavoro delle attrici e degli attori” intervengono Alessia Bedini e Giulia Maino
• “Due edizioni del copione Le miserie ‘d Monsù Travet di V. Bersezio: fotografia di una lingua e di una società che mutano”, interviene Lorenzo Ferrarotti
Dalle h 21.00:
• – “Le miserie ‘d Monsù Travet, drammaturgia e posizionamento nel sistema teatrale. Una interpretazione”, interviene Alfonso Cipolla
• – “Svelamento del canovaccio Toselli-Travet”, con Marco Gobetti
• – Le miserie ‘d Monsù Travet: un’antologia – strad-rama (con Anna Delfina Arcostanzo, Diego Coscia, co-direzione Beppe Turletti), prima sessione di drammaturgia pubblica per lo spettacolo bilingue (piemontese-italiano) a partire dalla figura di Giovanni Toselli e dal testo Le miserie ’d Monsù Travet di Vittorio Bersezio

Tutti gli eventi sono a ingresso gratuito; a conclusione di ogni giornata saranno estratte a sorte e donate copie della Rivista Savej.

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All’Unione culturale Franco Antonicelli di Torino un laboratorio di creazione e di lettura intuitiva in piemontese (partecipazione gratuita, info e prenotazioni: https://tinyurl.com/laborpiem – lunedì 12 dicembre 2022, alle h 10.00 per le scuole e alle h 21.00 per la cittadinanza) e la replica (martedì 13 alle h 21.00) dello spettacolo bilingue (piemontese-italiano) Di come precipita il doppio di un migrante ovvero L’anciuvé suta prucess (conclusione di un esperimento triennale di drammaturgia condivisa: strad-rama), si alternano a ragionamenti pubblici sui temi dei diritti, della migrazione e del lavoro (ancora martedì a partire dalle h 17.00): ne nascono ulteriori riflessioni orali sulla funzione della lingua e del teatro (mercoledì 14 dicembre dalle h 17.00), insieme alla prima sessione “strad-rama” di un futuro spettacolo che, a partire dalla figura di Giovanni Toselli e dal testo Le miserie ‘d Monsù Travet di Vittorio Bersezio, indaga sulla funzione sociale dell’attore; oltre che sul ruolo della lingua, dello spazio e del pubblico nello spettacolo dal vivo.
Nel frattempo, presso la nuova Biblioteca Livio Sarboraria-Giuseppina Giachino di Albugnano una cantante lirica e formatrice conduce un atelier con la popolazione (partecipazione gratuita, info e prenotazioni: https://tinyurl.com/buedike) insegnando i fondamentali canori e un canto inedito che evoca la storia di un bue di nome DIKE (“giustizia” in greco), nel quale il piemontese incontra le altre lingue attualmente parlate nella comunità albugnanese: italiano, romeno e spagnolo; primo esito pubblico del laboratorio, domenica 18 dicembre alle h 21.00, è Il canto del bue Dike che intende pure innestare un elemento nuovo su una consolidata tradizione popolare del “Balcone del Monferrato”: l’annuale corsa dei buoi – esistente dal 1673 – durante la Festa Patronale primaverile dedicata a Sant’Antonio da Padova, che ha suscitato l’adesione di Albugnano al protocollo per la creazione della Rete Italiana per la Salvaguardia e Valorizzazione di ‘Uomini, buoi e fiori. Processioni devozionali e cerimoniali agrari’, sotto il coordinamento di Ufficio UNESCO del Ministero della Cultura.

Tutti gli eventi sono a ingresso gratuito; a conclusione di ogni giornata saranno estratte a sorte e donate copie della Rivista Savej.

I protagonisti del progetto: Anna Delfina Arcostanzo (antropologa, attrice e formatrice), Alessia Bedini e Giulia Maino (Amleta APS – Milano), Alfonso Cipolla (presidente Istituto per i Beni Marionettistici e il Teatro Popolare, storico del teatro), Diego Coscia (attore, regista e drammaturgo), Filippo Fonsatti (Direttore del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e Presidente della Fondazione P.l.a.tea), Lorenzo Ferrarotti (Dipartimento di Studi Umanistici, Università di Torino), Marco Gobetti (Lo stagno di Goethe), Silvia Nugara (giornalista freelance e ricercatrice indipendente), Claudio Panella (Università di Torino / Unione culturale Franco Antonicelli), Lisa Tatin (cantante lirica e formatrice), Benedetta Schiavone (ricercatrice indipendente e operatrice sociale), Beppe Turletti (musicista e drammaturgo).

Il progetto “LASSME NEN STÉ: la lingua piemontese, il lavoro, i diritti e l’altrove” (Albugnano-Torino); è realizzato da Lo stagno di Goethe – ets | con il sostegno di Regione Piemonte | con il sostegno e la collaborazione di Unione Culturale Franco Antonicelli, Fondazione Enrico Eandi | con il Patrocinio di Comune di Albugnano e Dipartimento di Studi Umanistici STUDIUM dell’Università di Torino | con la cooperazione del Comune e della Pro Loco di Albugnano | e con la collaborazione di Teatro Stabile di Torino, SCHOß Company, Istituto per i Beni Marionettistici e il Teatro Popolare, Centro Studi Piemontesi, ISMEL (Istituto per la memoria e la cultura del lavoro dell’impresa e dei diritti sociali), Azienda Agricola Cascina Sarassi, Albugnano 549, Associazione InCollina, Associazione LaCabalesta.
Le azioni del progetto hanno luogo presso la Biblioteca Livio Sarboraria-Giuseppina Giachino di Albugnano e l’Unione Culturale Franco Antonicelli di Torino.

foto | Info e programma completo sul sito de Lo stagno di Goethe e dell’Unione Culturale Franco Antonicelli e all’indirizzo https://quadila.com/?page_id=1702 | tel. 3394801713 e-mail: info@lostagnodigoethe.com
instagram: lostagnodigoethe_ets
facebook: @lostagnodigoethe




DINAMICHE

A Torino l’Unione culturale Franco Antonicelli (UC) anima Palazzo Carignano dal 1945, anno in cui fu fondata. Nei suoi quasi 80 anni di storia è stata un luogo di pensiero e di confronto, ancorato ai valori dell’antifascismo e della costituzione repubblicana e al contempo rivolto alla sperimentazione culturale, in particolare in ambito teatrale, cinematografico e musicale, con una specifica attenzione per la contemporaneità. Oggi, con gli spazi carichi di storia degli Infernotti, è un hub culturale nel cuore della città.
Albugnano, vertice della parte del Monferrato che si affaccia verso il Po, il Chierese, la Val Cerrina e l’area torinese, offre condizioni uniche di patrimonio storico, culturale e ambientale, che attraggono da tempo un turismo variegato per provenienze, interessi e attività; negli ultimi anni il Comune con una azione illuminata ha suscitato e promosso una articolata progettazione culturale che ha portato, fra l’altro, alla nascita di un festival e alla recente inaugurazione della biblioteca. Un vero e proprio ponte verso la città, di cui è micro-rappresentazione proporzionale (con le sue comunità romena e peruviana) per quanto riguarda le dinamiche migratorie e di modifica socio-linguistica.
Il connubio Torino-Albugnano assicura sistemi sociali e pubblici eterogenei, fornendone un’antologia pulsante che va dalla macro alla micro-comunità. Una varietà fondamentale per moltiplicare le ricadute dell’obiettivo-sintesi del progetto: far sì che la tradizione e la lingua creino memorie nuove, mobili e diversificate, che permettano di guardare al passato e al presente con una consapevole esigenza: quella di costruire un futuro felice per tutte/i.

POETICA

Una lingua vive dell’essere vissuta: necessariamente, dunque, muta e si evolve e in alcuni casi decade in un uso rarefatto; in altri, si rafforza e capillarizza. Certamente, influenza ed è a sua volta influenzata dalle dinamiche sociali entro le quali risuona. Il “piemontese”, in tutte le sue declinazioni provinciali o locali (torinese, astigiano ecc.) vive un diradamento di utilizzo: è una difficoltà che può essere trasformata in opportunità. Non si tratta di fare conoscere il piemontese a gente che non lo conosce o che l’ha dimenticato perché “si torni a parlarlo”: non possiamo forzare la storia. Ma conoscerlo provando a parlarlo in situazioni al tempo stesso protette e avventurose può diventare un “bisogno di lusso”, utile a leggere con un nuovo senso critico il passato e il presente; in questo senso la lingua viene qui calata in utilizzi canori e teatrali, sia di ambito laboratoriale (con momenti restitutivi) sia direttamente spettacolare, tramite l’azione di professionisti: in entrambi i casi l’empatia e la frequentazione di un “altrove” che ne nascono, possono generare salti mentali – e non solo – dai quali la lingua piemontese non può che guadagnare nuove funzioni di protagonismo. I ragionamenti pubblici sulle tematiche suggerite dagli spettacoli in lingua e la nascita di un nuovo canto popolare non sono che prima concretizzazione e viatico per quelle stesse funzioni.